Dora d’Istria, nome d’arte della principessa romena Elena Ghika, rappresenta una parte di storia e di storia del pensiero poco conosciuta ed analizzata. È l’elemento femminile della storia e dei movimenti che producono la storia, costituisce un esempio di quello che si potrebbe definire come ‘l’altro lato’ delle idee, la facciata nascosta, così come velate sono le tante figure femminili che hanno costellato lo sviluppo della civiltà umana. È interessante analizzare la figura di Dora d’Istria perché s’inserisce a pieno titolo nel dibattito risorgimentale, da cui trae costantemente spunto per le sue indagini e le sue osservazioni e sul quale incide con i suoi apporti pubblicistici. Riconosciuta dai suoi contemporanei come un’interlocutrice colta e valente, ha – purtroppo – conosciuto l’oblio in tempi più recenti, nei quali non vi è quasi traccia del suo – pur importantissimo – contributo al Risorgimento europeo ed italiano in particolare. I suoi rapporti epistolari, ma anche personali, con Mazzini, Garibaldi, Cattaneo, Asproni, ecc., rendono lo studio della sua opera assolutamente interessante, soprattutto per il rilievo che la presenza di una tale figura femminile assume in un panorama –almeno quello dottrinalmente analizzato- assolutamente maschile.