Maternità. Prospettive e riflessioni intorno al cuore del femminile – Introduzione al volume

La maternità, quale peculiare potenzialità esclusivamente femminile, è stata recentemente oggetto di una riflessione dicotomica: intesa, da una parte, come vincolo imposto dalla società alla donna, da cui scaturisce la pretesa liberazione, con ogni metodo e ogni misura, dal presunto giogo della propria natura; dall’altro, la concezione della maternità (o paternità) è intesa quale nuova forma di diritto, il ‘diritto’ ad un figlio, necessariamente perfetto, con la pratica di soluzioni mediche e/o contrattuali che minano la concezione del diritto naturale del nascituro, se non del futuro nato non ancora concepito, e che mettono in discussione l’intera concezione antropologica, proponendo visioni che non solo assecondano il desiderio, ma elevandolo a diritto, ne pretendono il conseguente riconoscimento da parte dell’ordinamento giuridico.

Nel quadro della dominante cultura narcisista, che si fonda sui principi di autodeterminazione, autorealizzazione, autoreferenzialità, è, dunque, possibile aprire un dibattito sul ripensamento delle dinamiche costitutive dell’assetto sociale, in considerazione delle nuove relazioni professionali e commerciali, di natura economica, basate su leggi, anch’esse meramente economiche, di scambio e di efficienza. Nel contesto evidenziato, assume un ruolo rilevante anche il tema del progresso, che ipotizza e sostiene la costruzione di una società nella quale gli avanzamenti scientifici della medicina riproduttiva siano a disposizione dell’autodeterminazione degli individui, intesa –nell’ambito dello specifico tema della maternità – sia nel senso di genitorialità sia nel senso di emancipazione economica attraverso il ‘lavoro’ del proprio corpo. Tutto ciò, senza escludere anche la possibile analisi delle conseguenze della pratica della cosiddetta gestazione per altri sul bambino, che, estromesso dal nucleo fondativo naturale, risulta privato della consapevolezza circa le proprie origini, diventando ignaro strumento per la costruzione di un nuovo paradigma sociale.

Il volume, riflettendo lo spirito della Collana, si caratterizza per un taglio di ricerca interdisciplinare. Sono, dunque, esaminate con attenzione critica le possibili derive delle opzioni offerte dalla scienza per il controllo e l’incentivazione della fertilità e della natalità, esaminati attraverso le lenti della bioetica e della scienza giuridica, senza distogliere la riflessione dal tema della drammatica denatalità dell’occidente con tutte le sue ripercussioni; le tematiche relative alle esigenze sociali di sostegno alla famiglia, alle pari opportunità, alla conciliazione dei tempi vita/lavoro, alla sussidiarietà; le problematiche psicologiche e sociali riferite a particolari contesti in cui la maternità viene vissuta. Sono anche proposti approfondimenti storici sul ruolo della maternità, trattati da un punto di vista non solo meramente storiografico ma anche sociologico, filosofico e politico.

Sul volume

Nicola Chiaromonte. Linee fondamentali di un libero pensiero

Totalitarismi e condizione umana Il giornalista e studioso Nicola Chiaromonte ha vissuto nel pieno degli anni durante i quali si sono insediati in tutta Europa regimi dittatoriali e totalitari: fascismo, nazismo, comunismo. È stato un uomo che ha vissuto l’esilio, che ha partecipato attivamente ed anche personalmente, almeno in una prima fase –si pensi alla guerra di Spagna–, alla vita politica, dedicandovi molta attenzione speculativa e mantenendo la sua completa indipendenza rispetto alle formazioni ed ai partiti politici. Chiaromonte è un autore che si è confrontato con i grandi pensatori del Novecento, da alcuni dei quali ha saputo trarre i frutti della sua speculazione e con molti dei quali ha nutrito un confronto costante e costruttivo. È un pensatore che ha fatto riferimento anche ad un pensiero femminile, traducendo e portando a conoscenza del pubblico italiano le opere di Simone Weil e intrattenendo un rapporto amicale particolare con Hannah Arendt, oltre che con alcune importanti autrici americane. Chiaromonte fu anche un importante riferimento per gli intellettuali presenti negli Stati Uniti. Nel periodo post-bellico di particolare importanza è il rapporto che s’instaura fra Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte in modo particolare per il loro essere contemporaneamente antifascisti e anticomunisti. Nel 1955 i due s’incontrano a margine del convegno sul “Futuro delle libertà” e attuano la volontà di creare uno spazio autonomo e libero di dibattito aperto e intellettuali progressisti impegnati in un comune sforzo di liberazione da ogni totalitarismo. Nasce dunque la rivista “Tempo Presente” come spazio di informazione e discussione, intorno alla quale riesce a raccogliere le penne forse più libere del panorama culturale europeo, come ad esempio quella di Gustav Herling, il pellegrino della libertà genero di Benedetto Croce, Albert Camus, Alberto Moravia, Isaiah Berlin, Leonardo Sciascia e molti altri.

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