Totalitarismi e condizione umana Il giornalista e studioso Nicola Chiaromonte ha vissuto nel pieno degli anni durante i quali si sono insediati in tutta Europa regimi dittatoriali e totalitari: fascismo, nazismo, comunismo. È stato un uomo che ha vissuto l’esilio, che ha partecipato attivamente ed anche personalmente, almeno in una prima fase –si pensi alla guerra di Spagna–, alla vita politica, dedicandovi molta attenzione speculativa e mantenendo la sua completa indipendenza rispetto alle formazioni ed ai partiti politici. Chiaromonte è un autore che si è confrontato con i grandi pensatori del Novecento, da alcuni dei quali ha saputo trarre i frutti della sua speculazione e con molti dei quali ha nutrito un confronto costante e costruttivo. È un pensatore che ha fatto riferimento anche ad un pensiero femminile, traducendo e portando a conoscenza del pubblico italiano le opere di Simone Weil e intrattenendo un rapporto amicale particolare con Hannah Arendt, oltre che con alcune importanti autrici americane. Chiaromonte fu anche un importante riferimento per gli intellettuali presenti negli Stati Uniti. Nel periodo post-bellico di particolare importanza è il rapporto che s’instaura fra Ignazio Silone e Nicola Chiaromonte in modo particolare per il loro essere contemporaneamente antifascisti e anticomunisti. Nel 1955 i due s’incontrano a margine del convegno sul “Futuro delle libertà” e attuano la volontà di creare uno spazio autonomo e libero di dibattito aperto e intellettuali progressisti impegnati in un comune sforzo di liberazione da ogni totalitarismo. Nasce dunque la rivista “Tempo Presente” come spazio di informazione e discussione, intorno alla quale riesce a raccogliere le penne forse più libere del panorama culturale europeo, come ad esempio quella di Gustav Herling, il pellegrino della libertà genero di Benedetto Croce, Albert Camus, Alberto Moravia, Isaiah Berlin, Leonardo Sciascia e molti altri.